Quanti trattati, poemi, denunce,
proclami, raccomandazioni, regolamenti, sfumature, promesse e bugie ci sono
stati/sono/saranno sulla scia nel triathlon!
Nulla di nuovo quindi in queste
righe, piuttosto un mero punto di vista da chi finora è fermamente convinto di
essere con la coscienza apposto e si impegnerà affinchè sia sempre così nelle
future gare no-draft.
Ho iniziato a fare triathlon con
sprint e olimpici, con il mio bel nuoto mi ritrovavo a stare in bici con gente
abbastanza forte, un po’ troppo forte per la mia frazione bici. Per due anni
quindi mi ritrovavo a perdere i gruppi…non riuscivo a tenere la scia! Non era
esaltante, visto che poi la mia frazione corsa era ancora più scarsa della
bici. Ci ho lavorato su e sono migliorato, in bici non perdevo più i gruppi,
piuttosto si andava a recuperare qualcuno davanti (impegno, allenamento ed
esperienza) e dovevo solo cercare di non perdere troppo nella corsa. Non
nascondo che qualche piccola soddisfazione me la sono tolta. Poi che fai, non
la provi la distanza da supereroi? (il mezzo ironman!) …e giacchè la cazzata
completa, vediamo se sopravvivo anche dopo l’ironman. A me sembrava già
titanico il triathlon, non avrei mai pensato di vendermi l’anima per la
distanza più lunga. E invece catturato completamente da questa gara, mi ritrovo
ogni anno il cervello centrifugato da allenamenti, pensieri, aspettative,
ricerca spasmodica di materiali, metodologie, carico/scarico, nutrizione,
calorie e Kg…tutto finalizzato all’ironman scelto e qualche mezzo di
avvicinamento. Ovviamente tutte gare no-draft. E’ cambiato tutto talmente tanto
nel mio vivere il triathlon quotidianamente che ora la mia frazione migliore
pare sia diventata la bici (la corsa è sempre la peggiore però!). Ricordo
ancora in un settembre dopo una brutta stagione di triathlon che stavo pensando
di fare solo sprint e olimpici nella stagione dopo e quindi solo un mezzo
ironman, che avrebbe avuto giovamento dalla tanta brillantezza e velocità
allenate per le gare corte. Poi ho guardato la bici da crono e tutti gli
amenicoli no-draft…
Fondamentalmente mi reputo un
no-draft addict. Difatti, per via dell’ansia, vado in solitaria già nel nuoto
(un vero peccato, vero?) per accodarmi a qualcuno solo nell’ultimo terzo della
frazione (se lo trovi qualcuno?). Nella bici, ovviamente, se ne vedono di tutti
i colori. Premetto che non ho mai preso nessun penalty per drafting, ovviamente
questa non è la prova inconfutabile che io non mi sia mai accodato a nessuno,
come aver avuto un penalty non per forza significa essere un drafter abituale.
Semplicemente mi piace essere in pace con me stesso, mi piace dare un senso a
tutte le ore di allenamento in solitaria su piattoni, salite e discese,
falsopiani e tratti contro vento (leggasi bora, vivo a Trieste!), provo un sano
e masochistico piacere a sentire la gamba bruciare perennemente, senza
tregua…senza respiro…ed il cervello sconsolato da tanto dolore muscolare ti
dice di non pensare che dopo devi correre, pedala intanto…tanto ti sei allenato
per questo, pedala nel tuo dolore…e da solo! Questa più o meno è l’essenza (la
mia) del no draft.
Ma quante cose storte vedi mentri
cerchi di essere corretto. Potrei iniziare con l’asfalto che delle volte è un
disastro e non consente di tenere correttamente la destra, così capita che
magari ti trovi uno da superare che è a 2cm dalla linea di mezzeria. Superi a
destra? Superi oltre la mezzeria? Suoni il clacson? Sicuro lo mandi a cagare.
Oppure ti trovi quello che ti si accoda e poi ti supera con scatto felino
quando sente arrivare la moto-giuria, bastardo! Ma non tutti i giudici sono dei
polli: recentemente mi sono gustato per almeno 5km un gran giudice che
viaggiava alla mia andatura e puntava i drafter molto più avanti a noi, dopo un
abbondante (ed evidente) drafting, costui piombava come una ghigliottina
giustiziatrice ripristinando una situazione sgradevole su un lungo-Danubio
controvento. Con questa tattica avrà fatto 7 /8 agguati, fantastico! Ovviamente
c’è e ci sarà sempre chi riuscirà a farla franca, chi si organizza con cambi
regolari e porta a termine una vera e propria crono a squadre, chi “incappa” in
grupponi tipo Giro o Tour.
Infine vorrei spendere due parole
per il classico luogo comune: italiani ladri, fanno sempre la scia. Mi ricordo
un Viverone (se non erro) in cui non furono assegnati i titoli italiani age
group, altre clamorosissime situazioni analoghe. In alcuni paesi (Austria)
invece, la gare sono tutte no-draft. Eccolo il luogo comune! Come fare a
confutarlo? Semplice, andare a gareggiare tipo in Austria! …per rendersi conto
che tantissimi lander fanno scia! Ma quale “italiani ladri”? Ne ho viste così
tante da far impallidire ogni moralizzatore zeppo di pregiudizi.
Il no-draft è dentro ognuno di
noi, è buon senso, è deontologicamente etico, è corretto. Trasgredirlo è un po’
fottere sé stessi.
nella mia versione sul file del magazine si vede bene "LA SCIA"... non so perchè su quello scaricabile appare solo "LA S"
RispondiEliminavabbè... resta comunque un grande articolo! :)
... ben detto Gigio .... a me personalmente degli altri poco interessa essere scorretti con se stessi è diabolico oltre che incoerente con il tipo di gara ... l'unica persona a cui dimostrare eventualmente qualcosa sei te stesso .... bella Gigio ... il Triathlon, come scrivesti un giorno, è uno stile di vita, ed essere seri con se stessi è la prima cosa. ... il resto non ci appartiene. ;)
RispondiEliminaPenso che trenini megagalattici come ne ho visti in Austria, da poche altre parti G!
RispondiEliminaTrovo così belle le gare no draft, nessuna angoscia di gente che ti possa investire, ognuno solo nel suo spazietto con la sua fatica..certo, anche l'euforia di tenere medie stratosferiche nel gruppo è una bella sensazione, ma credo appartenga per lo più al passato :-)
Nelle mie poche gare, tutte no draft, ho visto tante scorrettezze, e sta cosa mi manda in bestia...
RispondiEliminaBello sto post