venerdì 28 dicembre 2012

Good bye 2012

Tempo di bilanci per quest'anno che sta per chiudersi regolarmente e non come annunciato dal quel popolo di antichi scienziati che si strappavano il cuore da sacrificare affinchè il sole sorgesse il giorno dopo. Nemmeno li nomino.
Tirando le somme (...e non snocciolerò numeri come i politici in tv!) l'annata è stata durissima sotto tanti punti di vista, bellissima per molte cose meno bella per altre ed inevitabilmente mi piace darle un ultimo sguardo prima di voltare pagina.
Ovviamente il pensiero va subito lì, a quel traguardo che oggi e per sempre mi mancherà, ma non serviva arrivare alla fine dell'anno per ricordarmi di ciò che andrò a prendermi perchè credo mi appartenga, perchè lo desidero tantissimo, perchè mi sveglio al mattino e vado a dormire la sera pensando che l'ho fatto e lo rifarò ancora!
Sicuramente il momento più duro dell'anno emotivamente e psicologicamente che ha influenzato tutto da lì in avanti. Mi ha fatto malissimo nell'immediato, ma voglio credere a ciò che "sento" e "si dice"...sono avvenimenti della vita che ti rafforzano. La compagna della mia vita mi ha dato tantissimo sostegno ma soprattutto tanta forza, lei è sempre una conferma, ogni anno, sempre.
Sorvolo sulle difficoltà economiche che pochissime famiglie hanno il piacere di non conoscere, sull'Imu bastarda falsata da una rendita iniqua, ho pagato una follia perchè da 10 anni a questa parte ho finito di tirar sù la MIA casa, con i risparmi di una vita ed una rata di mutuo assurda...chi ha un castello paga meno di me! ...è dura ma devo capacitarmene!

Altre cose sono state sensazionali e bellissime, per la prima volta parlerò di calcio su questo blog. La mia squadra dopo mille peripezie è tornata dove meritava di essere e nel miglior dei modi, con la festa nella città in cui vivo e da invincibile! E' mancata la ciliegina sulla torta ma alla ripresa dopo l'estate le cose sembrano ancora abbastanza cazzute, ed io godo abbastanza, devo ammetterlo.
Solo una cosa non sarà MAI più come prima, dopo quel giorno


...il 13 maggio. Stavo male prima, ogni volta che pensavo a quando sarebbe accaduto, sono stato malissimo mentre accadeva e per almeno 4 o 5 giorni dopo. Non ho vergogna di ammettere che ho pianto in quei momenti, su Sempre per sempre di De Gregori, sul commento di Caressa (mentre il solito bergomi scureggiava le sue stronzate!). E proprio Caressa ha colto tutte le mie emozioni riguardo a quanto è avvenuto, sia nell'immediato che ora. La mia seconda vita, da quando cioè ho realizzato che a 20 anni avrei staccato il cordone ombelicale da tutto ciò che avevo di più caro...andavo via da casa, molto lontano e non ci sarei più tornato (a tutt'oggi!), è stata scandita da quell'uomo in quella foto. Sconfitte, vittorie, gioie, dolori, il tetto del mondo per due volte, l'inferno, le operazioni al ginocchio (le mie...due!) dopo duemila rotture, la donna della mia vita, il matrimonio, la gioia immensa dei figli. Tutto scorreva in parallelo. La bizzarra fortuna di essere presente a Torino in quella partita contro il Parma nel 1995, il suo primo scudetto, il primo dopo 9 anni senza vincere, vinto insieme a Roby (a cui avevo letteralmente toccato e tirato il codino nel maggio dello stesso anno, il mio idolo insieme a Michel) e poi l'ultimo proprio a Trieste, prima del lungo addio.
Che tumulto di emozioni indescrivibili...ma più che calcio questa è LIFE!

Infine un ricordo a quella che forse è stata la mia prestazione migliore dell'anno. Ovviamente io non vinco mai niente, solo la gioia di essermi divertito o quella di essere soddisfatto della mia gara. Sebbene sia stata la più chiaccherata, la più bestemmiata e maledetta, insultata e cancellata dai programmi di tanti triatleti, la meno precisa e malamente organizzata se paragonata al resto del circuito...bene, io ho trovato più del riscatto che cercavo, ho finito una gara in cui mi sentivo forte in tutto quello che facevo, sono stato con tanti amici...vecchi e nuovi, ho respirato un'aria straordinaria, mi sono divertito tantissimo e avrò sempre e solo ricordi bellissimi dell'Ironman Italy 70.3.




Buon anno a tutti!

martedì 4 dicembre 2012

Le ripetute del triatleta. (Zona Cambio #4)

Ispirato dall’allenamento odierno, il quarto dello stesso tipo ripetuto una volta a settimana, il giovedi, ho deciso di esternare le mie sensazioni a riguardo. Ho appena postato su face book una domanda che mi si propone quando devo fare le ripetute e so che purgherò (per me le ripetute purganti sono quelle di corsa…ma potrei capire benissimo le stesse sensazioni su lavori molto duri di nuoto, bici o combinati). Alcune risposte sono state confortanti fortunatamente. La domanda riguardava una scena classica che io vedo ogni giorno nel palazzo dove lavoro: vado a prendere il pranzo a sacco perché salterò la mensa per potermi allenare, per farlo passo davanti al bar che è invaso di colleghi per l’aperitivo…ma chi è più coglione tra me e loro?

Le ripetute incombono come una spada di Damocle sulla mia testa, forse è questa sensazione torcibudella che mi fa partorire questi dubbi. Però è proprio così, già al mattino appena sveglio mentre preparo lo zaino sto pensando alle ripetute e mi prende il mal di pancia. Poi il tram tram quotidiano prende il sopravvento e il cervello distoglie l’attenzione dalla tortura che inizierà esattamente a mezzogiorno. Ma quando arriva il momento di ritirare il sacchetto-viveri il momento sta arrivando. Di ripetute ce n’è di tantissimi tipi: corte, medie, lunghe, in salita, sul piano, in pista, su sterrato, con poco, medio, molto recupero, con recupero attivo, a ritmo medio, medio-veloce, veloce, velocissimo, A2, B1, B2, C1, Ctua, C3, crono ed alla velocità del suono! Io sto parlando di quelle che più stanno sulle palle!

Durante il riscaldamento c’è una sorta di sdoppiamento astrale, faccio le cose in automatico come se non fossi io a farle, gesti consolidati dalla consuetudine, corsa lenta, allungamenti, esercizetti di tecnica, leggero stretching, allunghi. Beh è arrivato il momento di partire, la titubanza nel premere la prima volta il tasto “lap” è legata all’attesa di una benedizione del cielo che non arriverà mai! Quindi è il momento di farsi coraggio e partire con la prima. La prima ripetuta può dare subito un responso importante su come stiamo quel giorno e su quanta sofferenza ci aspetta ancora. Ovviamente guardando il tempo della prima ripetuta il pensiero andrà a quanto carico c’è stato nei giorni precedenti per giustificare quel tempo, buono o cattivo che sia. Le frasi che mi passano in mente sono “però devo aver recuperato bene” oppure “la bici mi è rimasta nella gambe!” oppure “non mi sono scaldato bene”…in questo caso ho fatto un tempo veramente del piffero! Ma ormai ci siamo, i recuperi vanno rispettati rigorosamente, il ghiaccio è rotto ed il triatleta va avanti, non molla! Ripetuta dopo ripetuta si delinea, sempre nell’atroce sofferenza, la buona o cattiva giornata. I pensieri ricorrenti sono allo stato di completamento dell’allenamento su frazioni 1/10, 1/5, 1/4 eccetera o in percentuale 10%, 20%...fino ad arrivare alla metà. Qui se stiamo bene siamo arrivati GIA’ a metà, altrimenti siamo APPENA a metà!

Il triatleta porta a casa le sue ripetute “odiate prima e durante, tanto amate un secondo dopo aver terminato l’ultima” (cit. Pitt) a prescindere dal risultato. Risultato che comunque va analizzato in tranquillità, confrontandolo con le altre sedute dello stesso allenamento, controllando il rispetto dei recuperi, i progressi in termini di velocità e/o frequenza cardiaca. Normalmente a questo punto della giornata, con la pace nel cuore, il buonumore in circolo, la coscienza tranquilla, a seconda dell’esito positivo o negativo dell’allenamento ho le idee più chiare tra chi è più coglione tra me ed i miei colleghi!

  (versione integrale del post sul numero 4 di Zona Cambio, scarica il magazine qui)